Nei mesi scorsi abbiamo ricevuto l’incarico da una azienda metalmeccanica con un obiettivo chiaro: analizzare il loro processo produttivo al fine di poter intervenire su una serie di storture che si erano accumulate negli anni a scapito della efficienza.
La difficoltà si era enfatizzata con l’aumento della domanda dei loro prodotti (carpenteria metallica) e la contemporanea scarsità di materia prima che negli ultimi mesi ha fatto alzare la soglia di attenzione sia a chi cura la supply chain sia a chi segue la gestione finanziaria, vista la dinamica impazzita dei prezzi. C’è stato un aspetto particolare che era emerso ovvero la saturazione degli spazi e la loro poca funzionalità rispetto alle nuove esigenze organizzative.
L’intervento è stato articolato in più fasi partendo con la logica di riprogettare i processi aziendali (chiamata anche Business Process Reengineering) partendo dalla organizzazione e procedendo a valutare le attività operative che non risultavano necessarie.
L’analisi iniziale, condotta con il coinvolgimento di svariate funzioni della loro organizzazione, ha portato ad affermare che questa azienda non aveva bisogno di interventi sul sistema informativo e che la tecnologia era adeguata per conservare il ruolo di valido competitor sul mercato di riferimento; tuttavia sono stati indentificati alcuni target del piano di lavoro nei seguenti punti:
- la revisione dei livelli organizzativi e della catena decisionale;
- l’eliminazione di attività senza valore aggiunto e in particolare legate alla supply chain interna ovvero alla movimentazione dei materiali;
- l’adeguamento degli spazi di lavoro che permettesse la rimozione degli ostacoli che condizionavano il processo.
L’approccio lean è stato focalizzato in particolare su due tipi di sprechi (Muda) ovvero il Muda Trasporti e il Muda Movimentazione.
Il trasporto può trasformarsi in spreco se il layout dello stabilimento è mal progettato o poco funzionale.
Il lavoro utile è quel particolare tipo di movimento che produce valore. Sono da considerarsi movimenti improduttivi tutti quei tipi di azioni che comportano spostamenti inutili dovuti a layout mal disegnati o a strutture sovradimensionate e a postazioni di lavoro non studiate ergonomicamente.
By Marco Fiini e Laura Furlan